Apocalisse ad Haiti, si temono 500 mila morti. "Mancano all'appello un centinaio di italiani" - Roma, 14 gennaio 2010 - Non è ancora chiara la situazione degli italiani presenti ad Haiti, devastata da un violento sisma martedì scorso. "Non abbiamo notizie positive nel senso che mancano all’appello alcune decine di persone - ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ad Addis Abeba dove è in visita -. Ma per fortuna neanche negative" Si continua a temere, quindi, per i nostri connazionali presenti nel paese: sono 80 quelli che finora sono stati rintracciati e che stare bene. La Farnesina è impegnata a rintracciare gli altri, ne mancano all'appello un centinaio. Il numero complessivo di quelli iscritti all'Aire (il registro degli italiani all’estero) è di 190 tra cooperanti, religiose, tecnici di azienda, e qualche stanziale da decenni. Ma non è detto che fossero tutti presenti nel paese, mentre è possibile che si trovassero ad Haiti turisti o viaggiatori che non hanno segnalato la loro presenza.IL BILANCIO - Intanto, sull'isola, a preoccupare è l’assenza di soccorsi, medicine, ospedali che potrebbero far salire il bilancio oltre misura. Non ci sono cifre ancora. Ma potrebbero esserci “500mila vittime”, ha affermato Youri Latortue, senatore haitiano, che basa la sua stima sui danni provocati dal terremoto. In precedenza il premier Jean-Max Bellerive aveva parlato di oltre centomila morti.
E' drammatica la situazione di migliaia di persone sotto le macerie, e decine di migliaia di feriti senza soccorso. Si teme anche per gli undicimila uomini della missione Onu, la Minustah, che garantisce l’ordine nel tormentato paese: come tanti altri palazzi anche la sede della missione è distrutta, nel crollo è morto anche il capo, il tunisino Hedi Annabi. In tutto per ora si contano almeno 16 dipendenti Onu morti, una cinquantina di feriti. Ma ci sono anche 150 dispersi.
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